IL CIRCOLO
Il Circolo, che è nato nel 1991, fu ideato e promosso da Mario Pini che si avvalse della collaborazione di un gruppo di importanti personaggi del mondo culturale triestino, tutti sensibili alle tradizioni ed alla cultura della nostra città. L’iniziativa fu patrocinata dal Lions Club Trieste San Giusto e dallo stesso Club sostenuta in maniera significativa per molti anni.
L’attività del Circolo è focalizzata al dialetto triestino che è tuttora una base importante di comunicazione dei nostri concittadini autoctoni o di più recente insediamento, conosciuto e parlato, talvolta con qualche diversità, anche in altre zone e ciò grazie al ruolo commerciale e culturale che Trieste ha ed ha avuto nei secoli, particolarmente in quelli più recenti. Il nostro dialetto è tuttora parlato anche nelle comunità giuliane presenti in vari paesi del mondo. In definitiva esso è un punto caratterizzante della nostra identità.
Oltre al dialetto il Circolo si è occupato e si occupa di altri temi che riguardano la cultura triestina quali linguistica, letteratura, tradizioni popolari, enogastronomia, teatro, musica, storia e organizza a tal fine conferenze, concerti, rappresentazioni teatrali nonché visite guidate in città e nelle aree vicine.
Il Circolo si propone di contribuire alla migliore conoscenza della nostra identità cercando altresì di trasmettere i nostri valori alle nuove generazioni. A tal fine, sono state organizzate specifiche iniziative tra le quali ricordiamo il concorso fotografico “I giovani presentano Trieste”, il seminario “La realtà ed i valori di Trieste fra passato e futuro”, il “Primo concorso letterario Ugo Amodeo”, ad esse se ne aggiungono alcune attualmente in corso: il progetto “Trieste-Istria” e il progetto “I giovani presentano Trieste e la sua Provincia”
Organizzazione del circolo
Il Circolo è stato costituito come Associazione senza fini di lucro e mantiene tuttora queste caratteristiche perseguendo solamente fini culturali e nessun fine ideologico di parte, si avvale pertanto dell’attività dei suoi Soci in termini di puro volontariato.
Il Circolo è retto da un Consiglio Direttivo, eletto dall’Assemblea dei Soci, che rimane in carica per tre anni ed opera attraverso gruppi di lavoro che si occupano dei vari temi che ne caratterizzano l’attività. I gruppi di lavoro realizzano attività autonome nel rispetto del piano generale predisposto del Consiglio Direttivo.
Il Circolo si avvale di molte collaborazioni, anche con altri circoli culturali che hanno finalità simili e con molti personaggi della cultura locale, fra di essi vogliamo ricordare in particolare il compianto Ugo Amodeo che fu anche socio fondatore e sostenitore nonché promotore ed animatore di tante iniziative di prestigio.
Fin dalla nascita il Circolo pubblica in maniera autonoma un periodico semestrale denominato “El Cucherle” destinato ai Soci e ad alcune istituzioni pubbliche.
Il pensiero del fondatore Mario Pini
“Un circolo è quel luogo limitato ove c’è il punto di incontro di quanti, appassionati o interessati di un argomento, attività o altro, hanno la possibiltà di stare insieme per realizzare quanti li unisce o li appassiona. Possiamo dire subito che il Circolo Amici del Dialetto Triestino vuole essere qualcosa in più di un gruppo di persone che si occupa dello studio e dell’approfondimento del dialetto, anche se tra noi c’è senz’altro chi può farlo, come lo fa ad alto livello. Il dialetto vuole essere lo spunto, forse la scusa, per occuparsi di quanto nel passato sa ancora parlare alla mente ed al cuore, non solo di chi in questa città ha le sue radici più o meno lontane, ma anche di chi, approdato a queste terre, vuole condividere la tradizione, la cultura e la realtà di ogni giorno, oggi come nel passato, in una comunità che vede nell’omogeneità del’espressione uno dei momenti più significativi dell’unità. Non vogliamo che la nostra sia un’attività di salvaguardia di qualcosa che ormai passato, può avere solo una valenza storica, ma la verifica di una attualità di una peculiarità tutta nostra. Si tende attualmente a dimenticare le situazioni che caratterizzano la cultura di un popolo, i dialetti divengono spesso oggetto di diversa curiosità in ambito di spettacoli di dubbia qualità, nell’uso sono modificati dai mezzi di grande comunicazione. Per i dialetti di origine popolare e campagnola, l’inurbanamento li fa definire da molti studiosi “LINGUE MORIBONDE”. Il dialetto triestino, cittadino per origine, interclassista come uso, è stato originato dalla libera scelta di popoli diversi qui convenuti, che nella opzione della lingua franca comune hanno però anche esercitato quella di una ben definita cultura. Non studio linguistico soltanto, ma anche approfondimento culturale, nel senso più ampio, di tutta la nostra realtà. Non siamo gli unici ad avere questi scopi, il nostro Circolo ha l’ambizione di essere, con assoluta umiltà, disponibile da servire da collegamento tra quanti sentono la necessità di approfondimenti particolari, nella vasta ricchezza di aspetti offerti dalla nostra città. Sarà così possibile dare diffusione alle conoscenze acquisite in modo che queste possano diventare o ridiventare patrimonio di molti, in una visione di proiezione in avanti. Il futuro, anche se con indirizzi completamente nuovi, si può costruire solo se le fondamenta del passato sono solide, si può operare nell’universalità solo quando le proprie caratteristiche sono certe. Non è senza significato che il nostro Circolo è stato patrocinato da un Lions Club, il Trieste San Giusto. Nel lionismo lo slancio verso il futuro alla luce delle esperienze del passato, è simboleggiato dai due leoni dell’emblema e la spinta verso l’internazionalità avviene sulla base di una propria ben individuata personalità. Tutti concetti che si adattano perfettamente allo spirito con cui il Circolo Amici del Dialetto Triestino inizia la sua attività al di fuori di qualsiasi schema politico ed ideologico. Convinti che alla domanda “CHI XE TRIESTIN?” si può solo rispondere “CHI SE SENTI CUSSI'”, vogliamo essere aperti a tutti i contributi ed iniziare le nostre attività con una serie di manifestazioni, che oltre che piacevoli per quanti vorranno esserci vicini, possano anche suscitare qualche curiosità e quell’interesse che deve essere alla base di ogni attività umana spontanea.”